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Il nuovo Piano socio-sanitario della Regione Emilia-Romagna

Le persone al centro
Il nuovo Piano socio sanitario

Presentato lo scorso 9 ottobre a Reggio Emilia, il nuovo Piano socio-sanitario della Regione è lo strumento che ridisegna l'intero sistema per il triennio 2017-2019, costruito assieme a territori, servizi e Terzo settore per dare sempre più risposte ai cittadini, a partire da quelli più fragili.

L'attenzione è puntata su anziani, donne, adolescenti, disabili e famiglie in gravi difficoltà economiche attraverso azioni concrete: aiutare le persone in difficoltà a superare condizioni di esclusione sociale con i programmi di avvicinamento al lavoro; combattere la povertà estrema grazie al Reddito di solidarietà; promuovere l’invecchiamento attivo e il benessere degli anziani; sviluppare il sistema delle Case della salute e gli Ospedali di comunità, per una sanità sempre più capace di rispondere ai bisogni dei pazienti; prevenire il disagio degli adolescenti e assistere le donne in condizioni di fragilità, a partire da quelle che hanno subito violenza; attuare programmi volti all’assistenza dei disabili.

Il nuovo Piano, che sostituisce il precedente, elaborato nel 2008, viene attuato attraverso la definizione di specifici interventi che il sistema Regione-Enti locali è chiamato a realizzare nell’ambito dei programmi regionali e della programmazione distrettuale.

Nel dettaglio:

  • lotta all’esclusione, alla fragilità e alla povertà, attraverso tre strumenti: legge regionale sull’inclusione socio lavorativa (n. 14/2015), legge regionale sul Reddito di solidarietà (n. 24/2016) e attuazione del Sostegno per l'inclusione attiva (Sia) introdotto dal Governo;
  • consolidamento e sviluppo del Distretto, ambito territoriale di cui fanno parte, oltre all’Azienda sanitaria, i Comuni o le Unioni di Comuni, quale snodo strategico per erogare in modo ancora più integrato i servizi sanitari, sociali e socio-sanitari;
  • interventi destinati alle donne vittime di violenza e ai loro figli per aiutarle a uscire da questa condizione (formazione, casa, lavoro);
  • azioni per consolidare i risultati già raggiunti sulla riduzione delle liste di attesa (per l’accesso alle visite, agli esami diagnostici e agli interventi programmati): modulazione degli orari e dei giorni di apertura, assunzione di personale ad hoc, campagna informativa ai cittadini sulla disdetta delle prenotazioni;
  • nascita e sviluppo di luoghi e servizi di cura e socioassistenziali sempre più vicini ai cittadini, quali le Case della Salute e gli Ospedali di comunità;
  • investimenti specifici e strutturali, come quelli destinati alla non autosufficienza, al sostegno per i minori, all’assistenza delle persone con disabilità rimaste sole (programma “Dopo di noi”).